Ho deciso di rimanere ad Amsterdam, vi spiego perché

18 novembre 2016

 

Ebbene si. Mi ci sono volute settimane di ripensamenti, di valutazioni “pro e contro”, di preparazione psicologica, ma ho deciso: non torno in Italia. Non per il momento perlomeno. Inizio a cercare un lavoro qui ad Amsterdam e finisco gli ultimi esami a Siena da non frequentante.

Negli ultimi giorni ho avvisato un po’ alla volta varie persone – senza alcun preavviso – ed è stato bello vedere le reazioni di tutti. Tutte diverse. C’è chi se lo aspettava, chi meno, chi credeva fosse colpa di qualche bel biondo olandese, chi credeva stessi scherzando. Qualcuno era visibilmente felice per me, qualcun altro credo abbia nascosto – in maniera molto notevole – il fatto di non cogliere il perché della mia scelta. Ma – in fondo – credo che quasi tutti se lo aspettassero.

“Se sei il più intelligente del tuo tavolo…”

Non molto tempo fa – quando ero ancora a Siena – ho avuto un’interessante discussione con un amico, riguardante l’importanza dell’ambiente che ti circonda. Nei giorni successivi, ci ho ripensato parecchio. Credo che ogni persona abbia bisogno di un tipo diverso di contesto, in base alla propria personalità. Ci sono tante persone a cui va bene di rimanere in luogo molto stabile, pieno di sicurezze alle quali aggrapparsi. Continuando a svolgere lavori per i quali hanno la certezza di essere all’altezza. Ma non per tutti è così. Io ho bisogno di stimoli. Tanti stimoli. Se mi fermo su un compito monotono, mi annoio con una velocità incredibile.

I giorni successivi a quella discussione, ho pensato ai vari passaggi della mia vita (tralascio la parte precedente alla maturità): a 19 anni prendo e vado da sola in un terribile paesino francese, sapendo a malapena dire “bonjour” e con un livello di inglese scarsissimo. Un anno lontana da casa. Torno per studiare ma – non contenta – contemporaneamente faccio un anno di servizio civile (30 ore a settimana). Dopodiché continuo a lavorare part-time. Laureandomi a pieni voti, perfettamente in tempo, e venendo apprezzata al lavoro – con le relative soddisfazioni. Nel frattempo, faccio anche due tirocini – uno pre e uno post laurea. Entrambi in aziende esterne all’università. In entrambi i casi imparando tanto. Poi mollo tutto e vado a Siena, ansiosa di aprire ancora di più la mia mente.

“…sei al tavolo sbagliato”

Era quasi un anno che stavo a Siena e il bilancio era: contenta di aver conosciuto determinate persone e aver vissuto con loro bei momenti. Stop. Bellissimo, credo profondamente nel valore delle relazioni sociali. Sono conosciuta per essere quella (quasi) eccessivamente friendly con il mondo. Ma per il resto? Metà esami universitari riprendevano argomenti già studiati alla triennale, la motivazione era in calo, il tempo libero decisamente esagerato. Non ricordavo l’ultima volta che ero arrivata distrutta alle 10 di sera per aver utilizzato troppe energie durante la giornata. Quella stanchezza bella. Che mi mancava. Non quella stanchezza dovuta alla noia. Nulla attorno a me era a un livello superiore rispetto al mio, un livello sufficiente per spronarmi a migliorare. Per carità, qualcosa in un anno ho di sicuro assorbito, ma – visti i miei standard – la sensazione era quella di essere ferma. Immobile.

“Se al tuo tavolo ti senti una mezza sega, allora sei al tavolo giusto”

In un mese e mezzo ad Amsterdam: quando torno a casa prima delle 22 di sera le mie coinquiline si preoccupano, 3-4 sere su 7 le ho perennemente occupate, ogni settimana ci sono migliaia di eventi riguardanti un qualsivoglia argomento, guardo le persone attorno a me e mi sento vari scalini più in basso. Non c’è un solo giorno nel quale la mia mente non riceva un sacco di informazioni nuove ed interessanti. Arrivo la sera esausta. Ma felice. Sento che il mio cervello ha acceso nuovamente i motori. E le mie energie sono in continua crescita.

Come se non bastasse, in un solo mese e mezzo di lavoro i risultati concreti si fanno vedere. E io, Maddalena, sono di nuovo qualcuno, non solo a livello di simpatia e di vita sociale. Ho di nuovo soddisfazioni.

È sempre la somma di tanti fattori

Insomma, questa è la parte principale, la motivazione col peso maggiore. Ma – ovviamente – ci sono tanti altri elementi che mi hanno aiutata a prendere la decisione. Uno a caso? Gli sforzi, le energie e il tempo che ho utilizzato per riuscire a partire, per trovare una casa, per iniziare a studiare olandese, per conoscere persone. Visti i risultati, non ho intenzione di buttare tutto nella spazzatura.

Ed infine beh, credo che in fondo l’età faccia la sua parte. Inizio a sentire il desiderio di stabilirmi un po’ da qualche parte, di trovare un vero lavoro, di iniziare la vera vita adulta. E – per quanto mi faccia allo stesso tempo anche un po’ paura – sento che questo è il posto giusto per far partire il tutto.

Auguratemi un forte in bocca al lupo, perché la vera sfida inizia ora!

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6 commenti su “Ho deciso di rimanere ad Amsterdam, vi spiego perché

  1. nicola il said:

    Ebbene sì, (quando ho un po’ di tempo) ti leggo anch’io! ;-) Un grande in bocca al lupo, ma in ogni caso ci vedremo presto! Non è facile prendere una decisione, ci sono tanti fattori da valutare, ma così, a occhio, condivido la tua scelta: in fondo, perchè non provarci ora? Male che vada noi siamo sempre qui!..e c’è sempre tempo per tornare (ma con molti più spunti ed idee), casomai ti venisse nostalgia!

    • mad.dame il said:

      Ma chi si vede da queste parti! Grazie, mi fa piacere :) Si assolutamente, hai colto in pieno. Non significa che dovrò per forza stare qui anni o una vita intera, solo colgo al volo l’opportunità. E vedo come va, tenendomi sempre aperte tutte le porte!

  2. Elisa il said:

    In bocca al lupo amica!
    E non pensare di cavartela così facilmente… verremo a romperti le scatole anche in Nederlandia!

  3. Ester il said:

    E’ bellissimo il tuo discorso sopratutto quando dici di sentire la necessità di avere continui stimoli e che ogni giorno ne ricevi, li ad Amsterdam.
    Quando entri in questo vortice di interessi non ne usciresti più ed è così che alimenti
    la creatività; come ti capisco!
    ,…sono con te anche se mi dispiace che un’altra mente se ne vada dall’Italia.
    IN BOCCA AL LUPO!!!

    • mad.dame il said:

      Grazie mille Ester! Dicono che tanti – dopo qualche anno – rientrano. Probabilmente succederà così, e l’Italia avrà una persona migliore ;) Un abbraccio

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